Vignerons d’Europe
23 Mar 2007 | Italian
Il 14 e 15 aprile si svolgerà, presso il centro congressi di Montpellier, Vignerons d’Europe, in concomitanza con Salon du Goût et des Saveurs d’Origine, organizzato da Slow Food France (13 – 16 aprile, Parc des Expositions de Montpellier).
Con Vignerons d’Europe Slow Food riunirà mille vitivinicoltori di tutta Europa in un confronto che si rende necessario per le pressanti sfide imposte da un mercato sempre più condizionato dalla globalizzazione.
L’evento rientra nella logica e nella storia dell’associazione, che individua problematiche e tendenze del mondo della produzione enogastronomica e si pone come elemento catalizzatore di idee per la ricerca di soluzioni e proposte.
Già nel 2006, in occasione della seconda edizione di Terra Madre, Slow Food ha riunito a Torino 5000 produttori dell’agroalimentare provenienti da 150 nazioni. L’obiettivo di Terra Madre infatti è quello di creare una rete di informazioni tra le comunità del cibo, per aiutarle a difendere i propri diritti: a un ambiente ecologicamente equilibrato, alla sovranità alimentare, a condizioni di vita dignitose.
L’associazione Slow Food, con l’autorità che si è conquistata in vent’anni di attività nel panorama della cultura enogastronomica internazionale, ha deciso di riunire i vigneron europei, non i proprietari di cantine dai grandi numeri, ma i vitivinicoltori, gente che ha un legame stretto con la terra, la vite e il terroir. Essi hanno una storia comune, hanno scelto uno stesso modello.
Riunire mille vigneron a Montpellier in occasione del centenario della rivolta dei produttori di vino in Languedoc e Roussilion del 1907, significa aprire il dibattito sull’attuale crisi viticola che non è solamente economica, ma soprattutto identitaria.
L’immagine del vino oscilla tra quella mitica di poche grandi firme dell’Olimpo enologico e quella di una mera e semplice bevanda alcolica, che la legislazione europea sembra voler accreditare.
Ma allora chi saranno i vigneron di domani? Imprenditori, industriali, o semplicemente emarginati dal mercato che conta? Oggi la nozione di terroir è spesso ridotta a una vuota formula di marketing. Questo ha determinato la debolezza dei vini di terroir rispetto a quelli di vitigno. Bisogna riflettere sul passato, senza nostalgie anacronistiche, consapevoli che non si può riproporre oggi la viticoltura del XIX secolo, ma che le tecniche dell’agroindustria applicate al vino ne sviliscono qualità e valore.
Il progetto di riforma della viticoltura della Commissione avrà un impatto storico nel settore. Slow Food chiama a un’analisi del documento, a contestarne gli approcci criticabili (concezione del vino come commodity agricola, deterritorializzazione), a trovare soluzioni per salvaguardare la diversità del vigneto europeo che rappresenta la sua irriproducibile ricchezza.
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