SPECIALE CHEESE 2007 – Mangimi animali: l’importanza di una filiera libera da ogm

22 Sep 2007 | Italian

Si è svolto stamattina, presso l’Auditorium della Cassa di Risparmio di Bra il convegno La filiera dei prodotti di origine animale: quali garanzie e quali disponibilità di mangimi liberi da ogm. Sono intervenuti Mario Capanna, Presidente Fondazione Diritti Genetici, Giorgio Ferrero, Presidente regionale Coldiretti Piemonte, Vincenzo Tassinari, Presidente Coop Italia, Giuseppe Politi, Presidente Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), Pascale Loget, Vicepresidente del Consiglio Regionale della Bretagna, Roberto Burdese, Presidente Slow Food Italia. A moderare l’incontro, Cinzia Scaffidi, Direttore Centro Studi Slow Food.
Capanna, introducendo il convegno, si è detto felice di ritrovarsi insieme ai rappresentanti di alcuni dei più importanti sostenitori della coalizione ItaliaEuropa-Liberi da Ogm. Coalizione che oggi conta 28 organizzazioni (l’ultima ad aderire, ieri, l’Avis-Associazione Volontari Italiani Sangue) di cui fanno parte complessivamente 10 milioni di associati. La raccolta di firme contro gli organismi geneticamente modificati, promossa in diversi punti di raccolta all’interno di Cheese, è, per il Presidente Fondazione Diritti Genetici, una sorta di grande referendum propositivo, un esempio di democrazia partecipata di cui l’Italia ha tanto bisogno.
Pascale Loget, invitando tutti alla conferenza del Comitato delle Regioni e della rete delle 42 regioni europee libere da ogm, che si svolgerà a Bruxelles i prossimi 5 e 6 dicembre, ha sottolineato come la lotta contro le multinazionali sia impari, date le grandi risorse economiche che queste possono impiegare per il condizionamento di scienziati e media.
Il Presidente di Coop Italia Vincenzo Tassinari ha ricordato la lunga battaglia della sua azienda contro gli ogm. «È dal 1998 che chiediamo ai nostri fornitori garanzie in merito al non utilizzo di materie prime derivanti da manipolazioni genetiche. Siamo la prima catena di grande distribuzione ad avere ben 265 prodotti a marchio con il certificato ogm free. Lo sviluppo dell’agroalimentare italiano», sostiene Tassinari, «deve puntare sulla genuinità; il consumatore non ha vantaggi dall’introduzione di queste nuove tecnologie ed è fortemente preoccupato e minacciato nel suo diritto di scelta consapevole».
Chiudendo l’incontro, Roberto Burdese ha puntato il suo intervento sul devastante impatto ambientale che deriva dalle colture ogm. In Brasile, ad esempio, per far posto alle colture di soia transgenica, sono stati distrutti 70.000 chilometri quadrati di foresta amazzonica. Il glifosato utilizzato come diserbante sta inquinando i fiumi e, conseguentemente, l’oceano, distruggendo diverse forme di vita che arricchivano quei fondali. Centinaia di contadini hanno già avuto intossicazioni alimentari dovute ai residui di glifosato nella soia di cui si sono cibati. Due le soluzioni possibili: costruire nuove alleanze con i contadini di questi Paesi, il cui peso sociale e politico è schiacciato dalle connivenze tra governi e multinazionali, ma prima ancora cercare di ricostruire una filiera tutta italiana per quello che riguarda le proteine vegetali.

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