SPECIALE CHEESE 2007 – Cinquanta fiduciari Slow Food al lavoro
24 Sep 2007 | Italian
Cheese ha un’anima che vive tra stand e iniziative e non deve essere dimenticata: è quella degli associati e dei fiduciari Slow Food, che provenienti da diverse zone d’Italia lavorano come volontari per promuovere le proprie realtà territoriali e diffondere la filosofia dell’associazione.
Cheese 2007 è uno dei grandi eventi in occasione dei quali numerosi fiduciari, ovvero i punti di riferimento di Slow Food a livello locale, scendono in campo per offrire il loro aiuto come volontari. In cinquanta hanno lasciato per qualche giorno le rispettive professioni e hanno lavorato negli stand affiancando i produttori, nell’Enoteca, nei laboratori, nelle cucine di strada e all’accoglienza soci. Hanno interloquito con il pubblico diffondendo lo spirito conviviale e la filosofia di Slow Food. Hanno risposto a tante domande, spiegato quanto siano importanti i tesseramenti per chi vive del supporto dei soci.
Daniele Buttignol della Segreteria Nazionale Slow Food, sottolinea la sempre maggiore importanza che i soci assumono all’interno degli eventi: «La politica e i princìpi dell’associazione Slow Food, uniti alla volontà e all’interesse dei soci, danno vita a manifestazioni come Cheese. Vogliamo far sapere al pubblico, e la partecipazione dei fiduciari lo dimostra, quanto gli eventi organizzati e le motivazioni ideali di Slow Food siano legati» spiega Buttignol, ricordando poi l’importanza di informare: «Molti, pur partecipando alle nostre manifestazioni, non saprebbero definire cos’è Slow Food. Per questo è fondamentale l’aiuto dei soci disposti a mettere la loro passione e le loro conoscenze al servizio di tutti».
Tra i fiduciari più attivi a Cheese ha lavorato Francesco Biasi di Alberobello (Ba): «Vogliamo esportare oltre i confini della Puglia le nostre tradizioni» racconta Francesco, che con dieci amici ha portato a Cheese le bombette di Alberobello, uno dei cibi di strada più gettonati della manifestazione. «E’ la passione che ci muove. Le bombette in Puglia sono cucinate nei retrobottega dei macellai, vogliamo farle conoscere al mondo». Il loro entusiamo, unito all’indiscutibile bontà degli involtini di capocollo e formaggio arrostiti, ha fatto vendere ben 30mila bombette in due giorni.
Ma oltre a chi, per passione, esporta i propri prodotti, c’è chi si dedica al rapporto umano in stile Slow Food. E’ il caso di Antonella Di Leo, pesarese doc, che ha lavorato nello stand dell’associazione, il cuore di Cheese. «E’ necessario che la gente cambi il proprio approccio al cibo: io propongo la mia esperienza di fiduciaria invitando chi mi ascolta ad avvicinarsi ai nostri progetti», racconta col sorriso Antonella, che è qui con il marito. «Dedico molto tempo all’associazione, ma in queste occasioni, a contatto con la gente, si raccolgono grandi soddisfazioni»; e continua: «Molti non sanno chi siamo e cosa facciamo, tutti però sono disposti ad ascoltare e conoscere. Il bello è unire l’approccio conviviale e giocoso a a quello didattico. Informarsi e capire gli alimenti è il punto di partenza, dopodichè godersi una cena insieme è ancora più piacevole».
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