Slow Food: nel fallimento dei negoziati WTO si legge la centralità dell’agricoltura, settore strategico per il futuro
25 Jul 2006 | Italian
Il fallimento del negoziato commerciale Doha Round, annunciato ieri dal direttore del WTO Pascal Lamy, si è giocato, secondo quanto appreso da tutte le principali fonti d’informazione, sul campo della trattativa riguardo ai sussidi agricoli e ai dazi.
Questa che i commentatori definiscono «la più grave catastrofe diplomatica degli ultimi anni», ovvero il fallimento del trattato commerciale che avrebbe dovuto stimolare secondo la Banca Mondiale un aumento di 287 miliardi di dollari del prodotto lordo mondiale, si è verificata per tutelare gli interessi di un settore che nei Paesi ad alto tasso di sviluppo rappresenta una percentuale minima della popolazione, pari al 2% negli Usa.
In realtà questo avvenimento non fa che confermare la centralità dell’agricoltura in una visione globale delle politiche mondiali.
Afferma Carlo Petrini, presidente di Slow Food Internazionale: «Il settore primario nell’ambito di questi negoziati viene considerato un terreno di scambio, quasi che con il baratto si possano risolvere i problemi dei Paesi in via di sviluppo – solo apparentemente basati su interessi contrastanti rispetto agli agricoltori del Nord del mondo. Si tratta invece di un settore strategico per almeno quattro buone ragioni ragioni:
1. Secondo il recente rapporto degli scienziati ONU sullo stato di salute del pianeta, è la produzione di cibo la prima causa di distruzione per l’ambiente e di alterazione degli ecosistemi nel mondo.
2. Un’agricoltura massicciamente industriale e iperproduttivistica beve la maggior parte delle risorse idriche del pianeta, in un contesto di cambiamenti climatici che rendono questa risorsa sempre più preziosa.
3. Nei Paesi a basso sviluppo economico l’abbandono delle campagne da parte di moltitudini contadine impoverite dall’imposizione di sistemi agricoli estranei alle culture tradizionali causa enormi problemi sociali nelle periferie delle città.
4. Negli stessi Stati Uniti opulenti, i farmers versano in condizioni economiche difficili, tanto da indurre l’amministrazione Bush ad arroccarsi su una posizione rigida sul mantenimento dei sussidi a questa categoria, causa del fallimento dell’intero vertice WTO.
È necessario che l’agricoltura, cui si dedica tutt’oggi il 60% della popolazione mondiale, torni centrale nell’agenda politica, e che sia abbandonata la logica finora adottata di privilegiare modelli iperproduttivistici che danno luogo soltanto alla perversa spirale dei sussidi (peraltro marginali) e delle eccedenze» conclude Petrini.
Slow Food da anni lavora per portare all’attenzione mondiale modalità di coltivazione e produzione del cibo sostenibili per l’ambiente e in grado di garantire la sicurezza alimentare delle comunità locali nei Paesi del Sud del mondo.
Terra Madre, incontro mondiale tra le comunità del cibo, che si svolgerà a Torino dal 26 al 30 ottobre 2006, realizzato da Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Cooperazione Italiana allo Sviluppo – Ministero Affari Esteri, Regione Piemonte, Città di Torino e Slow Food in collaborazione con Coldiretti Piemonte e Fondazione CRT confermerà l’evidenza di questi temi e la necessità di cambiare prospettiva per affrontare un tema strategico per il futuro del pianeta.
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