Slow Food in Libano

07 Nov 2016 | Italian

 

Il fondatore e presidente di Slow Food, Carlo Petrini, presenterà il suo libro Buono, pulito e giusto alla libreria Antoine di Beirut, il 9 novembre (ore 18, Elias Sarkis Avenue, Beirut) alla presenza dell’ambasciatore italiano in Libano, Massimo Marotti.

L’evento mira a promuovere una tra le organizzazioni no profit più originali che si occupano di cibo, agricoltura e biodiversità nate negli ultimi decenni, e coinvolgerà il pubblico libanese in un dialogo aperto e stimolante su alcuni concetti importanti come sostenibilità, rispetto delle tradizioni locali, promozione delle piccole imprese e agricoltura tradizionale. Slow Food nasce opponendosi alla cultura del fast food e agli aspetti della globalizzazione che mettono a rischio i prodotti locali e le tradizioni culinarie regionali, allargandosi in fretta fino a coinvolgere molti altri aspetti. Come suggerisce il titolo del libro di Petrini, la sostenibilità alimentare richiede un complesso equilibrio tra giustizia sociale ed economica, amore per l’ecosistema e l’ambiente e rispetto per le culture gastronomiche locali.

A dieci anni dalla sua prima pubblicazione, Buono, Pulito e Giusto rimane un potente manifesto per definire nuovamente il concetto di gastronomia, ponendo al centro dell’attenzione la difesa dei prodotti alimentari e dell’agro-biodiversità, e aiutando Slow Food a essere riconosciuto come attore protagonista nel dibattito sul cibo, l’agricoltura e la sostenibilità.

È la prima volta che Petrini visita il Libano e sarà un’occasione unica per incontrare il Mercato della Terra gestito da Slow Food Beirut a Hamra, dove dal 2009 i consumatori hanno la possibilità di acquistare ogni settimana i prodotti locali e di stagione direttamente dai piccoli produttori.

Durante la sua visita, il presidente di Slow Food coglierà l’occasione per visitare uno dei campi profughi siriani nella valle di Bekaa, per toccare con mano la sofferenza e le conseguenze di una delle più grandi tragedie dei nostri tempi e riaffermare l’impegno di Slow Food verso migranti e rifugiati – come testimoniano sia il recente libro Soup for Syria, pubblicato dal leader di Slow Food Beirut, Barbara Massaad, sia la raccolta fondi per l’UNHCR.

Fondata in Italia nel 1986, Slow Food è un’organizzazione internazionale che coinvolge oltre un milione di persone in tutto il mondo e s’impegna affinché tutti possano conoscere e apprezzare il cibo buono: buono per chi si nutre, per chi lo coltiva e per l’ambiente. (www.slowfood.com)

Slow Food è ben radicata in Libano. Slow Food Beirut, coordinato dalla fotografa e scrittrice Barbara Massaad, gestisce un mercato settimanale di contadini che fa parte della rete dei Mercati della Terra di Slow Food. Slow Food è in prima linea nella difesa della biodiversità alimentare in Libano, con oltre 15 prodotti registrati sull’Arca del Gusto (il catalogo di Slow Food che raccoglie prodotti alimentari, razze e varietà che rischiano l’estinzione), e due Presìdi Slow Food (il progetto di Slow Food che sostiene le produzioni di qualità a rischio di estinzione e protegge regioni ed ecosistemi unici), il grano verde Freekeh di Jabal Amel e il formaggio Kechek el fouqara.

Ognuno di noi può sostenere il lavoro di Slow Food in difesa della biodiversità alimentare in tutto il mondo: http://donate.slowfood.com/en/

Slow Food Beirut è coordinato da Barbara Massad, che ha organizzato la visita di Petrini in Libano insieme all’Istituto Italiano di Cultura.

Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Stampa Slow Food Internazionale:

[email protected] – Twitter: @SlowFoodPress

Paola Nano, +39 329 8321285, [email protected]

Slow Food è un’organizzazione internazionale che s’impegna affinché tutti possano conoscere e apprezzare il buon cibo: buono per chi si nutre, per chi coltiva e per l’ambiente. Slow Food coinvolge oltre un milione di appassionati, chef, esperti, giovani, produttori, pescatori e accademici in 160 Paesi. Tra loro, 100,000 soci appartenenti a 1,500 gruppi locali, che contribuiscono al finanziamento dell’associazione tramite la quota d’iscrizione e partecipano ai numerosi eventi organizzati sul territorio. Ai soci si aggiungono le 2400 comunità del cibo di Terra Madre impegnate in una produzione agroalimentare sostenibile e di piccola scala.

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