Slow Food: le proposte del Parlamento europeo per limitare l’uso del glifosato non bastano

13 Apr 2016 | Italian

Oggi il Parlamento europeo ha votato in plenaria l’obiezione di risoluzione della Commissione Europea sul rinnovo della licenza di utilizzo dell’erbicida più utilizzato al mondo, il glifosato.

In una risoluzione non vincolante, il Parlamento europeo ha chiesto il divieto dell’utilizzo degli erbicidi a base di glifosato negli spazi pubblici e privati, come i giardini e gli orti, e la restrizione del loro impiego nei campi agricoli poco prima della raccolta, stabilendo che il rinnovo della licenza di utilizzo della sostanza dovrebbe essere limitato a 7 invece che a 15 anni.

Ursula Hudson, Presidente di Slow Food Germania, ha commentato: “Il Parlamento europeo ha perso l’opportunità di lanciare un messaggio politico chiaro alla Commissione e agli Stati membri. L’UE non dovrebbe prendere decisioni prima di aver stabilito pienamente i possibili impatti del glifosato sulla salute umana e sull’ambiente, compresa la potenziale cancerogenicità così come i possibili impatti sul sistema ormonale umano. È allarmante notare come, nonostante le conseguenze non siano ancora state chiarite, l’utilizzo globale del glifosato sia aumentato esageratamente – in misura 260 volte superiore rispetto a 40 anni fa. All’Unione Europea viene chiesto di considerare gli effetti collaterali negativi (ambientali, sociali ed economici) che l’attuale sistema alimentare industriale impone attraverso un uso eccessivo di erbicidi e pesticidi, compromettendo profondamente altre risorse naturali come l’acqua e il suolo. È necessario incoraggiare politiche e normative comunitarie che promuovano la transizione dall’attuale sistema alimentare industriale e insostenibile verso una politica alimentare capace di favorire sistemi di produzione senza costi impliciti per l’ambiente o la salute umana.”

Il glifosato è un erbicida ampiamente utilizzato in agricoltura, negli spazi pubblici, nei giardini e negli orti privati. Residui di glifosato sono stati riscontrati in alcuni cibi e bevande, così come nell’urina umana.

L’impiego diffuso di glifosato ha portato alla nascita e alla diffusione di erbe infestanti resistenti al glifosato stesso, spingendo i produttori a utilizzare diserbanti aggiuntivi. La sostanza può anche accrescere in modo significativo la severità di diverse malattie delle piante, compromettere la difesa delle piante medesime da patogeni e malattie e immobilizzare i nutrienti nel suolo e nelle piante rendendoli inaccessibili.

Contesto

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale per la Salute, a marzo 2015, ha classificato il glifosato come un probabile agente cancerogeno. Questa valutazione si è basata su “limitate prove” negli umani e su “prove sufficienti” negli animali che il glifosato può causare il cancro. L’IARC ha anche trovato “prove consistenti” che il glifosato esibisce due caratteristiche associate con gli agenti cancerogeni, ovvero la genotossicità e la capacità di indurre stress ossidativo.

Lo scorso novembre, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) è giunta alla conclusione opposta, dichiarando che le prove negli umani sono “molto limitate” e che non esistono prove di cancerogenicità negli animali. L’EFSA ha inoltre ignorato le prove di genotossicità e stress ossidativo e, al contrario dell’IARC, ha avuto accesso ad almeno tre ulteriori studi del settore industriale, che il direttore dell’Unità pesticidi dell’EFSA, José Tarazona, ha descritto come “fondamentali” e “cardinali”.

L’8 marzo, il Comitato permanente dell’UE per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi ha rinviato il voto per il rinnovo dell’autorizzazione del glifosato, dal momento che alcuni Stati Membri hanno dichiarato la loro opposizione: Italia, Francia, Paesi Bassi e Svezia. Il Comitato permanente voterà nuovamente a maggio 2016.

Slow Food ha firmato la petizione promossa da We Move per chiedere il bando del glifosato e sta organizzando diverse azioni a livello europeo e nazionale per sensibilizzare sui rischi del glifosato, in collaborazione con alcune ONG europee attive a tutela dell’ambiente e della salute.

Per firmare la petizione sul bando del glifosato: https://act.wemove.eu/campaigns/stop-glyphosate

Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Stampa Slow Food Internazionale:

Paola Nano, +39 329 8321285 [email protected]

Slow Food coinvolge milioni di persone che seguono la filosofia del cibo “buono, pulito e giusto”; una rete composta da appassionati, chef, esperti, giovani, produttori, pescatori e accademici in 160 Paesi. Tra loro, 100,000 soci appartenenti a 1,500 gruppi locali, che contribuiscono al finanziamento dell’associazione tramite la quota d’iscrizione e partecipano ai numerosi eventi organizzati sul territorio. Ai soci si aggiungono le 2500 comunità del cibo di Terra Madre impegnate in una produzione agroalimentare sostenibile e di piccola scala.

 

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