Slow Food lancia un Osservatorio sulla Biodiversità

13 Oct 2015 | Italian

«Dal rapporto di medio termine sulla biodiversità della Commissione Europea un panorama sempre più allarmante»

Nei giorni scorsi la Commissione Europea ha pubblicato il rapporto di medio termine sul monitoraggio della biodiversità in Europa. Il documento di 18 pagine conclude che negli ultimi  quattro anni, nonostante l’impegno fatto proprio nel 2011 dagli Stati Membri, non ci sono stati miglioramenti nello stato della biodiversità degli habitat collegati all’agricoltura e non sono stati fatti progressi per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2020.

In particolare, il 77% degli habitat europei continua ad essere in una situazione negativa e il 56% delle specie (vegetali e animali) è a rischio.

Il recente rapporto della Commissione Europea evidenzia che non si sta facendo abbastanza, e indica l’agricoltura intensiva come una delle maggiori cause di compromissione della biodiversità.

La diminuzione di biodiversità in corso può portare all’estinzione una specie su 10 entro la fine di questo secolo. Secondo gli studiosi, stiamo attraversando la sesta estinzione di massa della Storia, e l’uomo con le sue attività ne è la causa principale.

Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, ricorda:

«Slow Food lavora per salvaguardare la biodiversità agroalimentare da oltre 15 anni, e con i suoi progetti dei Presìdi e dell’Arca del Gusto ha raggiunto risultati concreti in tanti Paesi del mondo, come attesta una ricerca condotta con le Università di Torino e di Palermo. Ma si tratta di una goccia nel mare» aggiunge «e dobbiamo dire forte e chiaro che ci vuole una vera, totale rivoluzione culturale: questa situazione disastrosa si può invertire solo cambiando gli stili di consumo di tutti noi. Da oggi apriamo una nuova fase, per reagire a una situazione di estrema emergenza: Slow Food istituisce un Osservatorio sull’agrobiodiversità, attraverso il quale cercheremo di informare in modo semplice e accessibile, punteremo i riflettori su situazioni problematiche, indicheremo i possibili rimedi e daremo enfasi ai risultati positivi già ottenuti, in modo che le esperienze positive possano essere replicabili e adattabili alle diverse situazioni locali. La scelta di campo tra due modelli produttivi deve essere chiara: la produzione agroalimentare intensiva è la causa principale di perdita di biodiversità. Il modello di agricoltura multifunzionale, polivalente e di piccola scala è invece in grado di mantenere nel tempo qualità e riproducibilità delle risorse naturali, di preservare la biodiversità e di garantire l’integrità degli ecosistemi».

La pagina web dell’Osservatorio sulla Biodiversità di Slow Food è visibile qui.

Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Stampa Slow Food Internazionale:

Paola Nano, +39 329 8321285 [email protected] 

Slow Food coinvolge milioni di persone che seguono la filosofia del cibo “buono, pulito e giusto”; una rete composta da appassionati, chef, esperti, giovani, produttori, pescatori e accademici in più di 158 Paesi. Tra loro, 100,000 soci appartenenti a 1,500 gruppi locali, che contribuiscono al finanziamento dell’associazione tramite la quota d’iscrizione e partecipano ai numerosi eventi organizzati sul territorio. Ai soci si aggiungono le 2000 comunità del cibo di Terra Madre impegnate in una produzione agroalimentare sostenibile e di piccola scala.

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