Slow Food: «L’accordo commerciale UE-USA può avere gravi conseguenze su cibo e ambiente»

06 Mar 2014 | Italian

In gioco ci sono le regole sulla sicurezza alimentare, quelle che riguardano i prodotti geneticamente modificati, le normative sull’utilizzo di sostanze chimiche tossiche e di combustibili inquinanti. Sono le preoccupanti premesse del quarto round del Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP) al via a Bruxelles da oggi al 14 marzo.

Questo accordo è in discussione tra UE e USA dal luglio 2013. Il 26 di questo mese si terrà il vertice UE-USA mentre entro la fine dell’anno i negoziatori sperano di arrivare a un testo TTIP definitivo. Se arriverà a una conclusione, sarà il più grande trattato di libero mercato nella storia.

Per informare e denunciare i rischi contenuti nel TTIP, dovuti a un possibile abbassamento degli standard al minimo comun denominatore, l’organizzazione Friends of the Earth ha organizzato l’evento pubblico dal titolo Capiamo il trattato: quali saranno le conseguenze dell’accordo UE-USA su cibo e ambiente? (Untangling the trade talks: What are the likely consequences of an EU-US trade deal for our food and environment?) che si terrà giovedì 13 marzo dalle 13.30 alle 18, presso il Press Club Brussels. Tra gli interventi saranno presenti rappresentanti di US Family Farm Coalition, di European Consumer Organisation e della Commissione europea, oltre che di Slow Food.

Per il momento le negoziazioni avvengono a porte chiuse. Per l’Europa, è la Commissione europea che ha il compito di negoziare e rappresentare gli Stati membri. Il Parlamento europeo e la società civile non sono coinvolti. Il mandato di negoziato e altri documenti non sono a disposizione per un esame pubblico. Per gli USA, solamente un ristretto gruppo di consulenti commerciali ha accesso ai documenti del negoziato. È quindi fondamentale mettere al centro della discussione gli interessi della società nel suo insieme e la sostenibilità del sistema alimentare. Slow Food, presente in entrambe le sponde dell’Atlantico, chiede più trasparenza e il coinvolgimento della società civile.

Richard McCarthy, direttore esecutivo di Slow Food USA, dichiara: «Siamo molto preoccupati per questa corsa verso la deregolamentazione, per la perdita di controllo e trasparenza nel nostro sistema alimentare. Attualmente tante comunità in America stanno cercando di riacquistare il controllo sul proprio cibo, portando avanti battaglie per l’etichettatura, per avere maggiori informazioni sulla provenienza e i modi di produzione degli alimenti. Negli USA c’è sempre più attenzione per questi temi, e c’è un vasto settore dell’opinione pubblica che vuole rafforzare le comunità rurali locali, adottare politiche a tutela della salute di bambini e adulti, prendere decisioni consapevoli in materia di cibo. Il trattato pregiudicherà gli sforzi in atto».

Secondo Ursula Hudson, presidente di Slow Food Germania e referente dell’associazione per le politiche europee, «Il TTIP, così com’è formulato, non è accettabile. Al posto del TTIP avremmo bisogno di cose diverse: vogliamo democrazia, trasparenza e protezione legale per le persone, anziché elementi normativi a favore di grandi aziende private in caso di controversie legali. Vogliamo, inoltre, che le politiche europee a favore dell’ambiente siano in futuro salvaguardate e sviluppate, che gli standard qualitativi che siamo riusciti a ottenere finora siano mantenuti e non subordinati alle logiche del libero mercato».

Le dichiarazioni di McCarthy e Hudson saranno proiettate in videomessaggio all’incontro di Bruxelles e disponibili su slowfood.com il 13 marzo.

Per vedere il programma dell’evento:

http://www.foeeurope.org/sites/default/files/untangling-the-trade-talks_invite.pdf

Per partecipare all’evento è necessario registrarsi qui: http://www.amiando.com/UntanglingTradeTalks.html

Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Stampa Slow Food Internazionale:

Paola Nano, +39 329 8321285 [email protected]

Change the world through food

Learn how you can restore ecosystems, communities and your own health with our RegenerAction Toolkit.

Please enable JavaScript in your browser to complete this form.
Full name
Privacy Policy
Newsletter