Slow Food: la Fao promuova l’agroecologia e non lo sviluppo delle biotecnologie
16 Feb 2016 | Italian
Slow Food condivide la dichiarazione di Via Campesina ed esprime preoccupazione per il Simposio FAO sulle Biotecnologie
Dal 15 al 17 febbraio 2016, presso la sede della FAO a Roma, si svolge il Simposio internazionale sul tema: “Il ruolo delle biotecnologie agricole nei sistemi alimentari e nutrizionali sostenibili”.
Il simposio si concentra sull’applicazione della scienza e della tecnologia nel settore alimentare, in particolare sullo sviluppo delle biotecnologie agricole. Il meeting, inoltre, si propone di illustrare i vantaggi delle biotecnologie e dell’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) nello sviluppo di sistemi alimentari sostenibili, al fine di migliorare le qualità nutrizionali e ottenere una maggiore produttività delle colture che possano far fronte all’attuale cambiamento climatico. Tutto questo senza prendere in alcuna considerazione le tecnologie utilizzate dalle imprese a conduzione familiare, che rappresentano circa l’80% del totale delle aziende agricole.
Slow Food ha firmato una dichiarazione congiunta con Via Campesina, GRAIN e altre organizzazioni della società civile, esprimendo la sua preoccupazione per il programma del simposio. Slow Food, infatti, è fortemente convinta che gli Ogm non possano nutrire il mondo: essi sono nelle mani di poche grandi multinazionali, le «Big Six», che li coltivano seguendo tecniche di coltivazione industriale per produrre agrocarburanti e mangimi, ricorrono a un uso indiscriminato di risorse naturali e chimica e hanno bisogno per essere redditizi di enormi estensioni di terreni, cacciando i contadini dalle loro stesse terre. Inoltre, il sistema alimentare industriale che promuove gli Ogm è al tempo stesso causa principale del cambiamento climatico.
Secondo Slow Food, la FAO sembra limitarsi alla biotecnologia industriale, negando l’importanza delle tecnologie per gli agricoltori di piccola scala, delle loro competenze e conoscenze. La tutela delle comunità locali e dell’agricoltura famigliare è però di vitale importanza per tutelare la biodiversità, sradicare la fame, garantire la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza alla popolazione rurale (e urbana), proteggendo le risorse naturali e l’ambiente. Sono proprio gli agricoltori di piccola scala a nutrire il pianeta: è necessario imparare da loro e proteggere le loro conoscenze tradizionali, invece di promuovere le biotecnologie industriali.
Per questo Slow Food, insieme ai firmatari della lettera, si aspetta che la FAO persegua la strada dell’agroecologia e della sovranità alimentare come soluzione per nutrire il mondo, per non permettere alle multinazionali di prendere il sopravvento e favorire i loro obiettivi legati allo sviluppo delle biotecnologie.
Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Stampa Slow Food Internazionale:
[email protected] – Twitter: @SlowFoodPress
Paola Nano, +39 329 8321285 [email protected]
Ester Clementino, [email protected]
Giulia Capaldi, [email protected]
Slow Food coinvolge milioni di persone che seguono la filosofia del cibo “buono, pulito e giusto”; una rete composta da appassionati, chef, esperti, giovani, produttori, pescatori e accademici in 160 Paesi. Tra loro, 100,000 soci appartenenti a 1,500 gruppi locali, che contribuiscono al finanziamento dell’associazione tramite la quota d’iscrizione e partecipano ai numerosi eventi organizzati sul territorio. Ai soci si aggiungono le 2400 comunità del cibo di Terra Madre impegnate in una produzione agroalimentare sostenibile e di piccola scala.
Change the world through food
Learn how you can restore ecosystems, communities and your own health with our RegenerAction Toolkit.