Slow Food commenta negativamente le dichiarazioni di Phil Hogan
10 Oct 2016 | Italian
“Promuovere il consumo di carne non aiuta i produttori, al contrario consolida un sistema dannoso per tutti”
Il 6 ottobre 2016, il Commissario Europeo all’agricoltura Phil Hogan ha parlato al 25° Sommet de l’Elevage (Vertice sull’Allevamento) a Clermont-Ferrand, in Francia. Hogan si è impegnato a sostenere con 15 milioni di euro l’anno la promozione del consumo di carne in Europa, al fine di aiutare gli allevatori europei che si trovano ad affrontare la crisi del calo dei prezzi. Nel corso degli ultimi mesi Hogan ha fatto altre dichiarazioni che dimostrano l’intenzione dell’UE di sostenere il settore della carne bovina, e non solo.
Quest’iniziativa – che a prima vista può sembrare positiva per il sostegno ai produttori – si riferisce prevalentemente al settore industriale della carne, spesso brutale nei confronti degli animali, nonché causa di emissioni di grandi quantitativi di CO2. La continua espansione della produzione industriale di carne e del suo consumo è difficile da sostenere per l’UE, visto il recente il dibattito sulla carne. Uno studio della scuola Oxford Martin afferma che se limitassimo il nostro consumo di carne entro quanto previsto dalle linee guida per la salute pubblica, questo sarebbe sufficiente a ridurre le emissioni di gas serra legate al cibo del 29% entro il 2050. Se invece il consumo globale di carne raddoppiasse entro il 2050, come previsto, sarebbero oltre 500 milioni le tonnellate di carne consumate all’anno, e il sistema collasserebbe inevitabilmente. Inoltre, la produzione industriale di carne e il suo consumo hanno un impatto negativo sulla biodiversità delle razze animali, sull’ambiente e sulla salute delle persone.
Hogan ha anche pubblicamente appoggiato gli accordi commerciali internazionali con il Nord America (il TTIP e il CETA), in quanto favorirebbero l’export europeo di carne. Tuttavia, il TTIP e gli altri accordi di libero scambio con paesi terzi rappresentano una minaccia significativa alle produzioni locali di piccola scala e di conseguenza alla tutela dell’ambiente in aree marginali e dai fragili equilibri ecologici.
Nel tentativo di trovare soluzioni sostenibili e allargare il dibattito su questo tema, Slow Food ha lanciato la campagna Slow Meat.
Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, dichiara: “C’è qualcosa che non va in questo modello di produzione alimentare, come dimostrano le recenti crisi alimentari sui prezzi del grano e del latte. Se ci sono fondi delle istituzioni UE a disposizione dovremmo trovare il modo di sostenere i produttori più virtuosi, gli allevatori che rispettano il benessere animale e hanno un minore impatto ambientale, incentivare l’autoproduzione dei mangimi da parte degli stessi agricoltori e promuovere campagne educative per i consumatori. Come rete Slow Food” aggiunge “abbiamo il dovere di alzare la voce e chiedere ai nostri leader politici di aiutarci a mangiare meno carne ma di migliore qualità, e di sostenere le iniziative in questa direzione”.
Slow Food sostiene gli agricoltori e i produttori che lavorano per un cibo buono, pulito e giusto.
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Slow Food è un’organizzazione internazionale che s’impegna affinché tutti possano conoscere e apprezzare il buon cibo: buono per chi si nutre, per chi coltiva e per l’ambiente. Slow Food coinvolge oltre un milione di appassionati, chef, esperti, giovani, produttori, pescatori e accademici in 160 Paesi. Tra loro, 100,000 soci appartenenti a 1,500 gruppi locali, che contribuiscono al finanziamento dell’associazione tramite la quota d’iscrizione e partecipano ai numerosi eventi organizzati sul territorio. Ai soci si aggiungono le 2400 comunità del cibo di Terra Madre impegnate in una produzione agroalimentare sostenibile e di piccola scala.
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