Si apre Terra Madre il primo incontro internazionale della Comunità del Cibo
20 Oct 2004 | Italian
Si è ufficialmente aperto oggi, mercoledì 20 ottobre, alle ore 15, il meeting internazionale Terra Madre, spazio di incontro e confronto tra le nuove istanze contemporanee chiamate Comunità del cibo.
Fin dalle prime ore della mattinata, il Palazzo del Lavoro torinese ha visto affluire al suo interno i volti e i colori dei quasi cinquemila delegati (contadini, produttori, pescatori, artigiani) provenienti da 130 paesi del mondo, in rappresentanza di tutti e cinque i continenti. Primo a prendere la parola è stato il presidente di Slow Food, Carlo Pettini. Nucleo del suo intervento la necessità di riconoscere nelle comunità del cibo un’enorme importanza strategica per quella che egli considera “una vera e propria battaglia di civiltà contro le logiche produttiviste e del profitto per pochi”.
“Occorre disegnare una nuova società, equa e solidale, – ha affermato Petrini – coniugando natura e cultura, innanzitutto divulgando il prezioso sapere di cui voi tutti siete depositari”. Rivolgendosi ai congressisti, “intellettuali della terra e dei mari”, ha sottolineato che “occorre riproporre la fraternità tra gli individui come valore e come metodo, divenendo noi tutti fautori di una forte scelta culturale”.
A seguire il Sindaco di Torino Sergio Chiamparino ha sottolineato con enfasi il significato più profondo dell’accoglienza offerta ai delegati dai cittadini torinesi, e l’inestimabile contributo degli oltre 500 volontari impegnati nel meeting. Il Presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo ha auspicato una terza via tra “fondamentalisti anti ogm e neopositivisti pro ogm, che sappia coniugare sviluppo del mercato e sostenibilità ambientale”.
Il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali Giovanni Alemanno ha invece sostenuto la necessità di rilanciare l’intervento dello Stato a sostegno del settore primario, auspicando nel contempo un riequilibrio tra nord e sud del mondo e ribadendo un forte no alla brevettabilità delle forme di vita. Dopo le autorità, i relatori.
Nel suo discorso Il rapporto inscindibile tra agricoltura, storia e territorio, Miguel Altieri, cileno, docente di agro-ecologia a Berkeley, ha sottolineato l’assoluta necessità di “un nuovo modello mondiale di coltivazione, basato sulla sostenibilità, sul rifiuto degli ogm e dell’inquinamento genetico delle colture e sull’instaurazione di sistemi di credito agevolati per i piccoli agricoltori”.
Molti consensi tra i congressisti ha riscosso l’appassionato intervento La lotta alla fame del brasiliano Frei Betto, Sottosegretario alla Presidenza del Governo Lula e responsabile del Programma Fame Zero. “Viviamo in un mondo glocolonizzato, più che globalizzato. Il governo Lula ha trasformato la questione della fame, grande vergogna del ventunesimo secolo che attanaglia i due terzi della popolazione mondiale, in una questione politica. E’ l’unico modo per risolverla, e poter finalmente parlare a buon dirittto di tavola globale”.
Francis Fruen Gang, Presidente di Inades Formation, confederazione panafricana di associazioni contadine, nel suo discorso La centralità dell’Africa nel dibattito sul futuro del cibo ha ragionato sulle prospettive future del suo continente. “L’Africa vuole raccogliere la sfida della sovranità alimentare. E può farlo solo senza tradire i suoi valori autentici, basati cioè sulla condivisione, tanto delle sementi quanto delle conoscenze”.
Molto apprezzate dai congressisti le parole dell’indiana Vandana Shiva, ricercatrice del Research Foundation for Science, Tecnology and Natural Resource Policy. Nel suo discorso incentrato sulla sovranità alimentare, Shiva ha identificato nella pratica della biodiversità l’unica strada per il conseguimento di “un’agricoltura onesta e autentica, libera da prodotti chimici e coercizioni economiche da parte delle multinazionali alimentari”.
I lavori di questa prima seduta plenaria (la seconda è prevista per sabato 23, ultimo giorno del meeting) si sono conclusi con l’intervento Il rapporto consumatori/produttori per garantire la qualità e la sostenibilità della produzione di cibo, della cuoca statunitense Alice Waters, leader della comunità di produttori biologici della California. “Come rendere i consumatori più consapevoli della centralità del cibo? Trasformandoli in produttori, possibilmente fin da adolescenti o, quantomeno, avvicinandoli agli agricoltori affinchè comprendano quale cumulo di fatiche e saperi mettono quotidinamente in campo”.
Da domani, spazio ai 60 Laboratori della terra, in programma giovedì 21 e venerdì 22 ottobre.
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