Secondo la Fao il 17% delle razze animali da allevamento è a rischio estinzione. Sull’Arca del Gusto di Slow Food ne sono già salite 340, ma resta molto da fare.

03 Feb 2016 | Italian

 

Il rapporto FAO pubblicato nei giorni scorsi offre una serie di dati significativi e preoccupanti: il 17% delle razze allevate è a rischio di estinzione.

Questa percentuale rappresenta un totale di 1458 razze, comprese quelle che si sono già estinte. Dal 2005 al 2014, la percentuale delle razze a rischio è cresciuta del 2%. La Fao sembra collegare questo dato all’esistenza di allevamenti industriali altamente specializzati, dove la produzione è dominata da un numero limitato di razze ad alto rendimento.

Slow Food, attraverso 58 Presìdi sulle razze animali aiuta allevatori e pastori a preservarle, mentre nel catalogo dell’Arca del Gusto, dove sono segnalate le razze da salvare, ne sono incluse ben 340.

Per saperne di più e per scoprire cosa puoi fare tu, visita la pagina web dell’Osservatorio sulla Biodiversità di Slow Food:

Le razze animali

«Nella storia della natura e dell’uomo l’estinzione di specie e di razze è sempre stata una cosa normale» afferma Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità. «Però, mentre alcune specie e razze scomparivano, altre naturalmente le sostituivano. La differenza sostanziale, adesso, è che l’uomo ha accelerato questo processo. Iniziamo solo ora a comprenderne il costo genetico, economico, e culturale. Quest’ultimo è di solito trascurato, ma se si perde una razza, si perde con essa il rapporto culturale con la nostra storia e con il nostro modo di operare».

José Graziano da Silva, Direttore Generale della FAO, nella premessa del rapporto sottolinea come le razze allevate contribuiscano direttamente al sostentamento di milioni di persone, tra cui il 70% dei poveri nelle comunità rurali del mondo. Alla biodiversità delle razze animali è dunque riconosciuto un ruolo di fondamentale importanza per l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la sicurezza alimentare e nutrizionale.

Alcuni esempi di Presidi Slow Food per tutelare razze animali:

la vacca ankole in Uganda; il suino nero dei Nebrodi in Italia; il bisonte delle grandi pianure americane negli Stati Uniti; il pollo nero ogye di Yeongsan in Corea del Sud.

Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Stampa Slow Food Internazionale:

Paola Nano, +39 329 8321285 [email protected]

Slow Food coinvolge milioni di persone che seguono la filosofia del cibo “buono, pulito e giusto”; una rete composta da appassionati, chef, esperti, giovani, produttori, pescatori e accademici in 160 Paesi. Tra loro, 100,000 soci appartenenti a 1,500 gruppi locali, che contribuiscono al finanziamento dell’associazione tramite la quota d’iscrizione e partecipano ai numerosi eventi organizzati sul territorio. Ai soci si aggiungono le 2500 comunità del cibo di Terra Madre impegnate in una produzione agroalimentare sostenibile e di piccola scala.

 

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