Sancito l’accordo di cooperazione tra Slow Food e l’Istituto Agronomico d’Oltremare
17 Jan 2005 | Italian
In questi giorni, la Direttrice Generale dell’Istituto Agronomico per l’Oltremare di Firenze, organo tecnico scientifico del Ministero degli Affari Esteri, Alice Perlini, ed il Presidente di Slow Food, Carlo Petrini, hanno firmato un accordo quadro di cooperazione, che inaugura una collaborazione importante sui progetti in Paesi in via di sviluppo.
Nato nel 1904 come Istituto Agricolo Coloniale Italiano, l’istituto Agronomico per l’Oltremare (IAO) è un’emanazione del Ministero degli Affari Esteri Italiano e si occupa di ricerca, sperimentazione e assistenza tecnica nel campo dell’agricoltura tropicale e sub-tropicale e della gestione delle risorse ambientali.
L’IAO oggi gestisce progetti in numerosi Paesi Africani (Algeria, Angola, Libia, Senegal, Burkina Faso, Niger, Mali, Capo Verde, Ciad, Gambia, Guinea Bissau, Mali, Mauritania), ma anche in Guatemala, Ecuador, Cina, Brasile, West Bank, Siria, Vietnam e così via.
La collaborazione inizierà concretamente già a partire dai prossimi mesi: rappresentanti di Slow Food e IAO si recheranno in Libia per verificare la possibilità di dar vita ad un Presidio che valorizzi le antiche varietà di palme da dattero. La Libia infatti, in virtù dell’isolamento in cui è vissuta per lunghi decenni, a differenza degli altri Paesi produttori, ha conservato numerose antiche varietà di palma da dattero, in particolare nelle oasi interne: palme poco produttive, ma che offrono frutti eccellenti dal punto dal punto di vista organolettico. Lo IAO sta iniziando a studiare questa realtà produttiva e Slow Food, se sarà possibile (le difficoltà di interazione con la Libia sono ancora forti), collaborerà alla promozione ed alla diffusione di queste antiche varietà.
Inoltre, per conto del Ministero degli Affari Esteri, IAO e Slow Food, in sinergia con la Regione Toscana e con la Ong Ucodep, realizzeranno un progetto di appoggio alle associazioni di piccoli produttori di caffè, che coinvolgerà sei paesi della Regione centro-americana e caraibica: Guatemala, Honduras, Salvador, Nicaragua, Costa Rica e Repubblica Domenicana, nella logica di una valorizzazione del prodotto e dell’intero territorio, favorendo la tutela e la promozione di un prodotto di eccellenza.
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