Pescatori, cuochi, produttori ed esperti dal Maghreb a Slow Fish 2015 (Genova, Italia)

17 May 2015 | Italian

Una numerosa delegazione dal Maghreb ha partecipato a Genova alla settima edizione di Slow Fish, dal 14 al 17 Maggio 2015. Pescatori, cuochi, produttori ed esperti provenienti da Marocco, Algeria, Tunisia e Mauritania hanno preso parte alla manifestazione, per condividere le loro esperienze, testimoniando l’importante lavoro svolto dalla rete Slow Food nel promuovere la pesca sostenibile nel territorio maghrebino.

Oltre 90 rappresentanti da 26 Paesi si sono incontrati a Slow Fish per discutere come trovare strumenti efficaci per affermare la diversità culturale della pesca nelle diverse aree, per proteggere le piccole economie e la pesca artigianale, per unire le comunità locali di fronte alle sfide comuni.

Bachir Chabou dal Marocco, presidente della Piattaforma Maghrebina della pesca artigianale, ha partecipato agli incontri con altre organizzazioni: l’Union des Communautés de Prud’hommes Pêcheurs de Méditerranée (UCPPM), LIFE (Low Impact Fisheries of Europe), WFFP (World Forum of Fisher Peoples), WFF (World Forum of Fish Harvesters & Fish Workers), ICSF (International Collective in Support of Fishworkers) e MedArtNet, la Piattaforma dei pescatori artigianali del Mediterraneo. Abdellah Aarab, sempre dal Marocco, aiutato da due produttrici di bottarga della Mauritania, ha preparato per il numeroso pubblico dei visitatori di Slow Fish un cous cous utilizzando i prodotti dei presidi Slow Food.

Dall’Algeria hanno portato la loro testimonianza i pescatori Hacene Hamdani, Arhab Azeddine, Yacine Bachkar. Hacene, presidente del gruppo Slow Food di Algeri è il vicepresidente di MedArtNet che riunisce i pescatori artigianali del Mediterraneo. Si tratta di un’organizzazione nata dall’esigenza di promuovere un modello di governance del territorio basato sulla gestione condivisa delle risorse e degli ecosistemi del Mediterraneo. Hacene è anche presidente in Algeria della Piattaforma Maghrebina della pesca artigianale e ha partecipato alle sessioni di lavoro alla FAO, che hanno portato all’adozione del documento Direttive Volontarie per la pesca di piccola scala sostenibile nel contesto della sicurezza alimentare e dell’eradicazione della povertà (Voluntary Guidelines for Securing Sustainable Small-scale Fisheries in the Context of Food Security and Poverty Eradication). Egli si è fatto portavoce delle comunità del Maghreb, rivendicando il ruolo dei pescatori artigianali che detengono i saperi tradizionali e che dovrebbero essere i veri protagonisti e responsabili della gestione delle risorse ittiche. La Piattaforma Maghrebina della pesca artigianale ha istituito in Algeria la prima area marina protetta creata direttamente dai pescatori.


Hacene Hamdani e Azzedine Arhab, inoltre, sono stati invitati a presentare la loro esperienza anche all’Esposizione Universale di Milano (Expo 2015) nel padiglione di Slow Food lunedì 18 maggio. Tema dell’incontro sarà “come rafforzare le comunità dei pescatori artigianali”. Esse sono esposte al pericolo dell’ocean grabbing e rischiano di perdere molto velocemente i propri diritti di pesca, il proprio lavoro, le proprie conoscenze e la propria cultura. I pescatori algerini racconteranno come si sono organizzati a livello locale, regionale e internazionale, per poter resistere a questa minaccia.


Tornando a Slow Fish e a Genova, Yassine Skandrani, dalla Tunisia, ha condotto un laboratorio sul contributo delle piccole comunità pescherecce nella creazione di alternative economiche alla pesca industriale. Per questo motivo Yassine ha lavorato al progetto “Création d’un club transfrontalier pour la promotion des produits de la pêche artisanale – Club Bleu Artisanale”, finanziato nell’ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Tunisia e cofinanziato dall’Unione Europea. Tale progetto crea una sinergia tra il settore della pesca artigianale e le iniziative legate al turismo, in particolare tra Tunisi e Trapani, in Sicilia.

Sempre dalla Tunisia, anche Morsi Feki ha partecipato a Slow Fish. Morsi lavora con i pescatori delle isole Kerkenna, situate sulla costa orientale della Tunisia, dove ha creato un’associazione per sensibilizzare i giovani sulle tematiche legate all’ambiente, al mare, alla pesca e alla preservazione delle risorse locali. In queste isole i pescatori utilizzano una tecnica particolare: costruiscono una barriera con fronde di palma per intrappolare i pesci trasportati dalla corrente. Tuttavia, da diversi anni, questa tecnica tradizionale è minacciata dalle navi-industrie che, per realizzare il maggior profitto, praticano la pesca a strascico con enormi reti zavorrate da pesanti carichi e dotate di ruote metalliche che raschiano e distruggono i fondali.

La mancanza di prospettive ha spinto i pescatori a dedicarsi all’agricoltura, attività tradizionalmente svolta dalle donne, che appare oggi l’unica possibilità per garantirsi la sicurezza alimentare. Diversi orti scolastici sono stati creati negli ultimi anni grazie al progetto Slow Food dei 10,000 orti in Africa.

Una delegazione di donne e produttori di sale dalla Mauritania è arrivata a Slow Fish 2015. Sid’Ahmed Abeid, presidente della Federazione della pesca artigianale in Mauritania e socio della piattaforma maghrebina della pesca artigianale, Nedwa Nech, presidente dell’ONG Mauritanie 2000 e alcuni produttori e produttrici di sale e bottarga hanno portato la loro testimonianza all’interno della manifestazione. Anche loro saranno protagonisti dell’incontro di lunedì 18 maggio a Expo, nello Slow Food Teather, presentando “La pesca, la bottarga e il sale in Mauritania.” La pesca industriale praticata il più delle volte da altri Paesi, minaccia le risorse della Mauritania a scapito del lavoro dei pescatori locali. Slow Food, l’ONG locale Mauritanie 2000 e l’associazione francese dei produttori di sale Univers-Sel hanno creato il Presidio Slow Food per valorizzare la produzione di bottarga – uova di muggine essiccate – e produrre localmente a Nouadhibou sale di qualità con  la tecnica della salicoltura solare (Sa.Sol.No.).

Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Stampa Slow Food Internazionale:

Paola Nano, +39 329 8321285 [email protected]

Regione Liguria: Mauro Boccaccio, 010 5485727 [email protected]

Nuccia Cifarelli, 010 5488895 [email protected]

Slow Food coinvolge milioni di persone che seguono la filosofia del cibo “buono, pulito e giusto”; una rete composta da appassionati, chef, esperti, giovani, produttori, pescatori e accademici in più di 158 Paesi. Tra loro, 100,000 soci appartenenti a 1,500 gruppi locali, che contribuiscono al finanziamento dell’associazione tramite la quota d’iscrizione e partecipano ai numerosi eventi organizzati sul territorio. Ai soci si aggiungono le 2500 comunità del cibo di Terra Madre impegnate in una produzione agroalimentare sostenibile e di piccola scala.

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