CHEESE 2005 – Circo dell’Educazione del Gusto
17 Sep 2005 | Italian
Al Circo dell’Educazione del Gusto la prima giornata di Cheese si è conclusa con un incontro rivolto agli insegnanti delle scuole piemontesi.
Tema della lezione gli orti scolastici o school gardens, progetto nato a livello internazionale grazie all’impegno di Alice Waters, vicepresidente internazionale di Slow Food, che si è battutta affinchè Slow Food si facesse carico di quest’iniziativa in tutto il mondo, dopo l’esperienza consolidata negli Usa. Nel 2003, al Congresso Internazionale di Slow Food di Napoli, i delegati avevano deliberato che in ogni Convivium Slow Food del mondo ci fosse almeno un orto scolastico. Attualmente Slow Food ha avviato con successo una trentina di school gardens all’estero e circa 40 in Italia, l’obiettivo è quello di arrivare a quota 200 (in Italia) entro la fine del 2006.
L’orto scolastico – che nasce come attività pratica all’aperto per educare i ragazzi al lavoro della terra e alla nozione di stagionalità – vuole essere un’iniziativa pluridisciplinare strettamente connessa alle altre discipline che i ragazzi apprendono in classe, dalla matematica alla geografia. Nell’ottica di Slow Food, ha precisato il coordinatore nazionale dei progetti scolastici Davide Ghirardi, lo school garden deve prefiggersi come scopo finale la possibilità per gli studenti di degustare in classe i prodotti coltivati durante l’anno e soprattutto deve diventare un’esperienza vissuta da tutta la comunità locale attraverso visite guidate a fattorie didattiche o aziende agricole del territorio, incontri con produttori nelle classi o con gli chef locali per preparare ricette.
In questa direzione si stanno ad esempio muovendo gli insegnanti della scuola per l’infanzia La Gabbianella di Moncalieri, che da quattro anni lavorano con bambini di età compresa tra i tre i cinque anni. “Abbiamo coinvolto i bimbi in tutte le fasi – ha raccontato Rita Tieppo – dal disboscamento del terreno incolto alla semina, dal raccolto alla vendita dei prodotti al nostro mercatino, che nel corso degli anni è diventato un appuntamento imperdibile per tutto il quartiere.
Il caso toscano è senz’altro peculiare. Qui, ha spiegato il fiduciario dela condotta di Pistoia Luciano Bertini, Slow Food collabora attivamente con la Regione, che ha accolto con entusiasmo il progetto facendone una legge regionale che ha favorito la diffusione degli orti su tutto il territorio. Altro aspetto curioso di quest’esperienza è quello dei Nonni custodi che si prendono cura dell’orto nei periodi di chiusura delle scuole, garantendo continuità al progetto.
Manfred Flieser ha portato l’esperienza degli school gardens in Stiria (Austria). Attualmente ce ne sono 6, l’obiettivo è di arrivare a 25. Si coltivano quattro tipi di prodotti: frutta, verdura, erbe aromantiche e frutti di sottobosco, tutti rigorosamente biologici. Dopo averli coltivati, i ragazzi raccolgono questi prodotti e li cucinano per la colazione e lo spuntino di metà mattina.
Sulle difficoltà incontrate nell’avviare il progetto si è soffermata la Convivium leader di Miami Ferne Carpousis sottolineando come, a differenza dell’Italia, il loro problema è quello di familiarizzare i ragazzi al concetto di slow food: “abbiamo dovuto costruire da zero una cultura dell’alimentazione, i nostri interlocutori sono ragazzi che non hanno un’educazione alimentare, non mangiano quasi mai a tavola con i genitori e raramente hanno visto la loro mamma pelare le patate o preparare la cena per la famiglia”. Ma con mille difficoltà è il progetto è partito, sono stati realizzati sei orti che stanno avendo buoni sviluppi.
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