Per valorizzare la produzione di qualità, Slow Food ha deciso di realizzare un Presidio che riunisce i produttori di olio extravergine di oliva e prevede regole improntate al rispetto dell’ambiente e di un elevato standard qualitativo.
Il nuovo Presidio Slow Food, dedicato all’olivicoltura e alla produzione di olio extravergine di qualità, al momento limitato al territorio italiano, vuole promuovere un settore in forte difficoltà, che sta soffrendo la competizione delle grandi multinazionali e la scarsa possibilità da parte dei consumatori di avere informazioni adeguate sugli standard qualitativi di ciò che trovano sul mercato.
Il Presidio dell’olio coinvolge a oggi 26 produttori italiani che aderiscono a un regolamento nazionale.
I grandi marchi commerciali impongono regole e prezzi insostenibili per i piccoli produttori. Inoltre, l’olivicoltura italiana vive un momento particolarmente difficile, a causa degli eventi climatici e dei parassiti che hanno quasi annullato l’ultimo raccolto.
L’olio è un elemento fondamentale per la salute e, come altri prodotti che dovrebbero entrare nella dieta quotidiana, ha un impatto economico, sociale e culturale importante. Perciò Slow Food ha deciso di attivarsi a sostegno dei piccoli produttori che lavorano nel segno della territorialità, della sostenibilità, dell’eccellenza, nonostante le difficoltà ambientali, burocratiche e commerciali che devono affrontare.
L’adesione da parte dei produttori, con la conseguente possibilità di apporre il marchio Presidio Slow Food sulle bottiglie, avviene attraverso regole rigorose. Gli olivicoltori devono avere oliveti secolari con varietà autoctone del territorio, gestiti senza l’utilizzo di fertilizzanti o diserbanti chimici. Per garantire massima qualità al prodotto etichettato come Presidio e rispettare la sostenibilità delle coltivazioni, la raccolta delle olive non deve essere effettuata tramite l’utilizzo di reti permanenti ma fatta a mano o con l’ausilio di attrezzature che non danneggino l’integrità delle olive e rispettino la vegetazione delle piante.
Tutte le informazioni sul prodotto, non solo la varietà di provenienza e la lavorazione, ma anche l’annata agraria di riferimento e il nome del frantoio vengono poi riportate nell’etichetta narrante, che consente al produttore di raccontare la propria storia e vederla adeguatamente valorizzata.
Alla base di ogni nuovo Presidio c’è il desiderio di educare al gusto e all’alimentazione, ragionare sulle storie, sui risvolti sociali ed economici delle produzioni, con un’attenzione costante alla tutela del paesaggio e del territorio. In un sistema alimentare che propone prodotti in larga parte indifferenziati, l’Extravergine del Presidio assume un valore e un’importanza particolari. Questa esperienza che inizia oggi in Italia vuole essere un modello da esportare anche negli altri Paesi produttori di olio extravergine: l’intento di Slow Food è infatti quello di tutelare e promuovere, in ogni angolo del mondo, le produzioni locali di piccola scala che rispettano l’ambiente, esprimono la cultura dei territori e raggiungono elevati standard qualitativi.
Il nuovo Presidio è stato presentato nella giornata conclusiva di Slow Fish – la manifestazione dedicata al pesce e agli ecosistemi marini che si è svolta dal 14 al 17 maggio a Genova.
Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Stampa Slow Food Internazionale:
Paola Nano, +39 329 8321285 [email protected]
Slow Food coinvolge milioni di persone che seguono la filosofia del cibo “buono, pulito e giusto”; una rete composta da appassionati, chef, esperti, giovani, produttori, pescatori e accademici in più di 150 Paesi. Tra loro, 100,000 soci appartenenti a 1,500 gruppi locali, che contribuiscono al finanziamento dell’associazione tramite la quota d’iscrizione e partecipano ai numerosi eventi organizzati sul territorio. Ai soci si aggiungono le 2000 comunità del cibo di Terra Madre impegnate in una produzione agroalimentare sostenibile e di piccola scala.
Presìdi Slow Food. Questi progetti sostengono le produzioni di qualità a rischio di estinzione; proteggono regioni ed ecosistemi unici; recuperano metodi di lavorazione tradizionali e salvaguardano razze animali autoctone e varietà vegetali locali. Ogni progetto coinvolge una comunità di piccoli produttori e fornisce assistenza tecnica per migliorare qualità produttiva, individuare nuovi sbocchi di mercato locale e nazionale e organizzare scambi con produttori a livello internazionale attraverso le grandi manifestazioni targate Slow Food.