Slow Food dà i voti al Salone del Gusto 2006

È ora di bilanci anche per Slow Food sui risultati di questa edizione 2006 del Salone.

Prima di tutto gli organizzatori vogliono lodare il comportamento dei tanti visitatori che hanno affollato i padiglioni del Lingotto. Un pubblico che si è distribuito in modo uniforme, esprimendo un interesse vivo e attento per il cibo in vendita o in degustazione; partecipando attivamente a conferenze, dibattiti, laboratori.
Un particolare apprezzamento va ai visitatori che hanno dimostrato grande pazienza nell’affrontare le lunghe code e i disagi dovuti all’afflusso straordinario. Insomma, un pubblico educato, informato, attento, assolutamente in linea con le idee di Slow Food.

Per quanto riguarda gli espositori, ottimi voti a chi tra di loro ha dimostrato di aver capito lo spirito del Salone: stabilire un rapporto con il consumatore, renderlo partecipe e attivo nel momento dell’acquisto, aiutarlo a diventare coproduttore.
Voto negativo invece per coloro che si ostinano a propinare “assaggini” a pagamento: «Questo atteggiamento va contro le nostre precise indicazioni» afferma Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia. «Il problema è che con oltre 700 espositori e migliaia di persone nei padiglioni, ci risulta difficile esercitare controlli costanti. E dopotutto, non siamo poliziotti».

Giudizio sospeso per il quartiere fieristico. «Nel 2008, a parità di condizioni, il Lingotto non potrebbe reggere un altro Salone del Gusto. È evidente» continua Burdese «che la struttura non è più adeguata per accogliere una tale quantità di pubblico; soprattutto se si pensa che i nostri visitatori hanno esigenze particolari, essendo in buona parte stranieri. Ma potrebbero esserci novità per il futuro. Confidiamo nelle istituzioni partner del Salone del Gusto – Città di Torino e Regione Piemonte – perché hanno espresso la volontà di stabilire un piano di sviluppo per la struttura fieristica».

Più che positivo il giudizio per come i media provenienti da tante parti del mondo sono riusciti a cogliere il giusto senso di entrambe le manifestazioni, Salone e Terra Madre, fornendo un’informazione di ottima qualità, completa, critica e molto attenta.

Massimo dei voti alle migliaia di persone che hanno lavorato alla realizzazione della manifestazione. «Grazie a volontari, soci, addetti ai lavori e a tutti coloro che hanno fatto funzionare a pieno regime la complessa macchina organizzativa del Salone del Gusto e di Terra Madre. Tutti hanno svolto un ottimo lavoro» si compiace Burdese.

In conclusione, in questi giorni Torino e il Piemonte si sono guadagnati agli occhi del mondo il ruolo di protagonisti sui temi complessi legati al futuro del cibo.

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