Slow Fish – Un’alleanza spontanea, libera e trasversale per la tutela del Mediterraneo

Slow Fish ha creato un’alleanza spontanea, libera e soprattutto trasversale per la tutela del Mediterraneo, delle sue risorse e delle comunità che da questo mare traggono il loro sostentamento. E’ questo uno dei concetti fondamentali emersi dal convegno di oggi, ultima giornata della manifestazione, intitolato Il Mediterraneo: un mare di domande. Le nuove normative, gli stock condivisi e gli scenari futuri.
All’incontro hanno partecipato Claudio Burlando, Presidente della Regione Liguria, Silvio Greco, Presidente Comitato Scientifico Slow Fish e Direttore Scientifico Icram, Guido Tampieri, Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Anastasios Grous, Direttore generale della Pesca, Ministero per lo Sviluppo Rurale e l’Alimentazione – Grecia e Roberto Burdese, Presidente Slow Food Italia. Moderatrice del convegno è stata Cinzia Scaffidi, Direttore Centro Studi Slow Food.

Aprendo la serie di interventi, Burlando ha espresso la sua soddisfazione per il successo della manifestazione, che fa di Genova e della Liguria un punto di riferimento per quanto riguarda le problematiche ambientali e le prospettive di sviluppo ecosostenibile del Mediterraneo. «Da qui nasce l’esigenza» ha poi continuato Burlando «di organizzare nel 2008 nella nostra città un forum sul sistema Mediterraneo che riunirà non solo tutti i Ministri dell’ambiente, dell’agricoltura e della pesca dei Paesi che si affacciano sul mare nostrum, ma anche ricercatori, comunità della pesca e tutti gli attori coinvolti nel settore».

E’ stata poi la volta di Silvio Greco che ha illustrato una serie di dati preoccupanti: «Sebbene il Mediterraneo rappresenti appena l’1% delle acque del nostro pianeta, nel suo bacino si svolge il 30% del traffico marittimo mondiale. Questo ha provocato effetti devastanti sul suo ecosistema, tanto che nelle sue acque è stata rilevata una quantità di catrame pelagico di 38,2 mg per metro quadro, mentre, ad esempio, nel Mar del Giappone il valore si attesta a 0,2 mg per metro quardo. Le politiche di tutela dell’Ue per il Mediterraneo finora fallimentari, perché basate sul modello di governance più adatto al Mare del Nord e all’Atlantico, hanno dovuto adeguarsi all’emergenza: oggi, per la prima volta, abbiamo progetti di risanamento già finanziati. Il nuovo regolamento della pesca europeo entrato in vigore il 7 gennaio 2007 presenta norme confuse e troppe deroghe. C’è la necessità di stabilire quote adeguate di prelievo, basate su dati che solo la ricerca scientifica finanziata può fornire».

Anastasios Grous ha portato l’esempio delle politiche della pesca del suo paese: «La Grecia da tempo ha adottato un regolamento più ferreo rispetto all’Ue. Il problema però è che queste leggi valgono solo per i pescherecci europei, mentre quelli di Paesi terzi seguono le normative della nazione di provenienza, di solito molto più permissive. In questo modo il depauperamento delle popolazioni ittiche e della biodiversità del Mediterraneo non accenna a diminuire. C’è bisogno di un confronto per rendere omogenei i regolamenti».

Guido Tampieri si è collegato al discorso di Grous ribadendo la necessità di una concertazione più ampia nella gestione condivisa di un sistema complesso come quello del Mediterraneo. Il Sottosegretario ha sottolineato che un mare senza pesce non è un problema della pesca soltanto. Tampieri ha sollevato alcune questioni: come continuare a produrre ricchezza senza distruggere le risorse naturali? I beni naturali hanno diritti?
Secondo il Sottosegretario, la loro preservazione è un diritto e un bisogno. Ha poi concluso il suo intervento sottolineando che per una corretta gestione del Mediterraneo servono politiche lungimiranti, graduali, bilanciate e condivise. In questo modo si può vincere la sfida del secolo che, secondo il Sottosegretario, è lo sviluppo sostenibile.

Roberto Burdese ha chiuso la serie di interventi ponendo l’accento sul ruolo che Slow Fish ha avuto nel creare questo movimento di confronto che coinvolge istituzioni europee, studiosi, pescatori e addetti al settore ittico. Dopo di che ha annunciato: «Slow Food ha deciso di preparare nei prossimi giorni un dossier (intitolato Dossier Slow Fish 2007) in cui saranno riportati tutti i temi significativi trattati nei numerosi incontri di questa manifestazione; sarà disponibile on line sul nostro sito slowfood.it e sarà inviato a tutti i Ministri dell’ambiente e della pesca dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e ai ricercatori che si occupano dell’universo ittico. Questo dossier sarà il punto di partenza per il forum di Genova sul Mediterraneo nel 2008 per poi ritrovarci a Slow Fish 2009 arricchiti da riflessioni e dibattiti. Conlcudo il mio intervento con quattro punti fondamentali: la necessità di trovare una politica condivisa nella gestione delle risorse acquatiche; una grande presa di coscienza e un forte impegno nella battaglia contro l’inquinamento; un maggior rispetto della legalità e l’avvio di una grande campagna culturale per il rispetto delle regolamentazioni e contro la pesca illegale. Infine, se è vero che il mercato detta le regole, noi non possiamo arrenderci completamente ad esso. Un mercato che ha ridotto la diversità dell’offerta e ha favorito la disinformazione».

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