Sono 57 i nuovi Presìdi ospitati a Terra Madre Salone del Gusto, dal 22 al 26 settembre a Torino, Italia. Arrivano da 18 Paesi e fanno parte dell’ambizioso progetto della Fondazione Slow Food per la Biodiversità per tutelare le piccole produzioni tradizionali e promuovere prodotti a rischio di estinzione.
In questi giorni la Fondazione Slow Food ha raggiunto un traguardo importante con l’istituzione del 500esimo Presidio: il peperoncino serrano di Tlaola in Messico – un Presidio totalmente al femminile, un esempio di impegno delle donne indigene e di emancipazione sociale ed economica legata alla riscoperta e valorizzazione della biodiversità.
Il tema di Terra Madre Salone del Gusto – voler bene alla terra – rende i 300 Presìdi presenti all’evento i portabandiera di una rete che in questi anni ha salvaguardato 500 realtà locali tra formaggi a latte crudo, razze e produzioni animali, varietà vegetali, mieli, tecniche tradizionali e risorse ittiche.
29 Presìdi internazionali sono rappresentati per la prima volta nel mercato al parco del Valentino e arrivano da Europa, Africa, Asia e Americhe. L’Italia da sola ne annovera 28, tra cui il primo Presidio esteso a tutto il territorio nazionale: l’olio extravergine di oliva. Tutti i Presidi italiani si trovano in via Roma e Piazza San Carlo, nel centro di Torino.
Nuovi Presìdi internazionali
In Africa la rete Slow Food è presente in 30 Paesi e si impegna per promuovere il cibo locale e la biodiversità, attraverso i Presìdi e 3000 orti comunitari e scolastici.
Quattro Presìdi nuovi arrivano dall’Africa a Terra Madre Salone del Gusto: il caffè robusta di São Tomé e Príncipe, un caffè dal sapore equilibrato, fragrante e morbido; l’igname rampicante, un tubero ugandese conosciuto con il nome di balugu, che si può mangiare fresco, bollito o fritto; il sale di Baleni del Sudafrica, raccolto solo dalle donne in una fonte a pochi metri dal fiume Klein Letaba; il miele di ape melipona di Arusha (Tanzania), un millefiori liquido dal sapore agrodolce prodotto dalle api nere senza pungiglione nei pressi del villaggio Ngurdoto, a nord del paese.
La presenza delle Americhe è significativa.
Dal Canada, il salmone sockeye del fiume Okanagan pescato dalle popolazioni indigene Syilx secondo i sistemi tradizionali e lavorato in modo da utilizzarne ogni parte, come le teste e le lische, impiegate per preparare zuppe di pesce.
Dal Messico, oltre al 500º Presidio del peperoncino serrano di Tlaola, c’è il Presidio dei fagioli nativi di Tepetlixpa, sette varietà coltivate in consociazione con cereali, ortaggi ed erbe spontanee che vantano eccellenti valori nutrizionali; l’agave dell’altopiano messicano, apprezzata per il contenuto zuccherino e dissetante delle sue foglie; il maiale glabro della penisola dello Yucatán, conosciuto sin dall’epoca Maya per la sua carne poco grassa dal sapore intenso; la zucca della penisola dello dello Yucatán, i cui semi, tostati e macinati, sono usati per preparare condimenti tradizionali come il sikil pak; l’ape xunankab della penisola dello Yucatán, una delle 16 specie senza pungiglione che vivono in quella zona, fondamentale per la sopravvivenza della foresta.
Dalla Colombia, il cacao porcelana della Sierra Nevada de Santa Marta, una specie selvatica celebre per l’aroma intenso dei suoi semi bianchi e la cui produzione avviene a livello familiare, attende di essere presentato ufficialmente a Terra Madre Salone del Gusto.
Dal Perù troviamo la panela di Tailin, un dolcificante naturale prodotto con la canna da zucchero coltivata oltre i 1500 metri, e il Presidio istituito recentemente del tarwi, meglio conosciuto come lupino e usato in molte ricette tradizionali come il picante, un piatto a base di patate, peperoni gialli, cipolle, aglio, mais tostato, peperoncino rocoto e, ovviamente, lupini.
Dal Brasile, il miele di ape Mandaçaia della Caatinga, prodotto da api senza pungiglione e caratterizzato da un aroma floreale molto persistente, e il frutto della passione della Caatinga, consumato fresco o trasformato in succo.
L’Asia è rappresentata da tre nuovi Presìdi indonesiani: il miele cingagoler di ape cerana, di colore marrone scuro e dall’aroma di fiori di cocco; l’olio di noci Tengkawang, detto anche burro verde e ricavato dalla lavorazione dei frutti di una pianta indigena tipica del Borneo; le antiche varietà di banane di Yogyakarta, che crescono in una zona vulcanica della provincia di Giava e sono alla base della cucina tradizionale, servite fresche, in purea, fritte o essiccate.
Dieci invece le novità europee: la Croazia presenta il Varenik di Pelješac, uno sciroppo zuccherino ricavato dalla fermentazione del mosto d’uva, mentre dalla Macedonia arrivano l’ape mellifera, allevata tradizionalmente nei trmki, piccole arnie di paglia, giunchi e fango dalla forma conica, e l’uva stanushina, da cui si ricava il vino kominyak, di colore rosso rubino, e il madzun, una bevanda usata tradizionalmente come medicina. Troviamo invece il pomodoro rosa di Kurtovo Konare dalla Bulgaria, molto apprezzato per la dolcezza e la carnosità e il maiale di Bazna dalla Romania, caratterizzato dal manto nero e da una fascia di setole bianche che circonda parte del tronco e gli arti anteriori. La Repubblica Ceca porta a Torino il sorbo della Moravia Slovacca, i cui frutti possono essere consumati essiccati o sotto forma di conserve, grappe e liquori.
Dalla Gran Bretagna, lo Stichelton a latte crudo, formaggio vaccino blu, di forma rotonda realizzato con il latte crudo secondo la tradizione. Il suo unico produttore è reduce da una battaglia condotta anche con l’aiuto di Slow Food per tentare di modificare il disciplinare dello Stilton, che obbliga a pastorizzare il latte e che, quindi, impedisce al Presidio di usare il nome storico.
Infine l’Austria presenta le antiche varietà di ciliegie del Leithaberg, dalla buccia sottile e dal colore rosso intenso e bruno, ancora coltivate insieme ad alberi da frutto e vigneti, la segale waldstaude del Waldviertel, seminata in una regione coperta da foreste, un’antica varietà dal sapore intenso e dall’elevato contenuto di vitamine e minerali, e la vacca bionda del Waldviertel, adatta a vivere al pascolo e ai boschi della regione, allevata per il latte e per l’ottima carne.
Tutte le novità su Terra Madre Salone del Gusto 2016 sono online all’indirizzo: http://www.salonedelgusto.com, dal quale è anche possibile richiedere l’accredito stampa (http://www.salonedelgusto.com/en/info-accreditation/).
Per ulteriori informazioni contattare:
Slow Food, +39 329 83 212 85, [email protected] – Twitter: @SlowFoodPress
Regione Piemonte, +39 011 432 2549, +39 335 7586327, [email protected]
Comune di Torino, +39 011 01121976, +39 3421100131, [email protected]
Terra Madre Salone del Gusto è reso possibile grazie al sostegno di numerose realtà, tra le quali citiamo gli Official Partner: Lurisia, Pastificio di Martino, Radeberger Gruppe Italia, Lavazza, Sapori, Iren, Intesa San Paolo, Elpe; con il contributo di Coldiretti; i sostenitori della Fondazione Terra Madre e di Slow Food: Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT-Cassa di Risparmio di Torino e Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte. Con il sostegno di IFAD, Unione Europea e CIA.
Slow Food è un’organizzazione internazionale che si impegna affinché tutti possano conoscere e apprezzare il buon cibo: buono per chi si nutre, per chi coltiva e per l’ambiente. Slow Food coinvolge oltre un milione di appassionati, chef, esperti, giovani, produttori, pescatori e accademici in 160 Paesi. Tra loro, 100,000 soci appartenenti a 1,500 gruppi locali, che contribuiscono al finanziamento dell’associazione tramite la quota d’iscrizione e partecipano ai numerosi eventi organizzati sul territorio. Ai soci si aggiungono le 2400 comunità del cibo di Terra Madre impegnate in una produzione agroalimentare sostenibile e di piccola scala.