Dare potere alle comunità indigene attraverso il caffè: la storia di Akha Ama

11 Mar 2024

È tra le culture indigene delle montagne della Thailandia che nasce questa idea di impresa sociale: Akha Ama Coffee, una torrefazione e negozio di caffè a Chiang Mai che vende esclusivamente caffè prodotto dalle comunità indigene, con le quali commercia direttamente. Il gestore, Lee Ayu, non è solo un torrefattore, ma anche un operatore sociale impegnato a sollevare le sorti della propria comunità sostenendo l’agricoltura sostenibile e dando potere agli agricoltori.

Anche lui membro di una famiglia indigena Akha, Lee conosce bene le sfide che la sua comunità deve affrontare: disparità economica, mancanza di accesso all’istruzione, degrado ambientale. Con l’obiettivo di realizzare un cambiamento positivo, ha attinto alla saggezza e alla forza collettiva del suo popolo.

Akha Ama Coffee

Il segreto del successo di Akha Ama Coffee è il profondo rispetto per la cultura indigena e l’impegno per il benessere della comunità. Spinte e motivate dai laboratori di capacity building di Akha Ama, le comunità indigene (compreso il villaggio Akha di Maejantai, nella provincia di Chiang Rai) hanno adottato la coltivazione agroforestale del caffè come strumento per preservare il loro patrimonio culturale e, al contempo, adattarsi ai cambiamenti economici e ambientali.

La Comunità Slow Food “Mejantai Sustainable Coffee” è l’ultima arrivata nella rete della Slow Food Coffee Coalition e porta la voce delle comunità thailandesi nel dibattito globale sul caffè buono, pulito e giusto.

La coltivazione agroforestale del caffè

La coltivazione agroforestale del caffè si distingue come alternativa sostenibile alle pratiche convenzionali di monocoltura e offre molti vantaggi ai coltivatori thailandesi che, integrando la coltivazione del caffè con alberi e colture autoctone e apicoltura, sono riusciti a diversificare i flussi di reddito, proteggendo allo stesso tempo la biodiversità e la salute del suolo. Grazie a un lavoro collaborativo e a iniziative di capacity building, i contadini indigeni sono passati da colture convenzionali che impoveriscono il suolo, come lo zenzero e il mais, a un modello agricolo più resiliente ed ecologico.

L’impatto della coltivazione agroforestale del caffè va oltre il semplice profitto, toccando anche la coesione sociale e la conservazione dell’ambiente. Promuovendo un senso di orgoglio e appartenenza tra i giovani indigeni, li ha portati a recuperare la propria identità culturale e a contribuire allo sviluppo sostenibile delle comunità. Non c’è da stupirsi che molti figli di coltivatori di caffè siano membri del team di Akha Ama o abbiano avviato una propria attività nel settore, o che i prodotti dell’intero sistema agroforestale, come il miele delle api che impollinano il caffè e altre piante da frutto, siano così ricercati che la domanda ha ormai superato l’offerta.

Preservando la copertura forestale e migliorando i servizi ecosistemici, gli agricoltori sono riusciti anche a mitigare i rischi legati al degrado del suolo e al cambiamento climatico, assicurando un futuro più sostenibile per le generazioni a venire. Infine, non va dimenticato che la conservazione degli ecosistemi ha un ruolo fondamentale nel salvaguardare il diritto delle comunità ad abitare terre che non sono di loro proprietà.

Un futuro più buono, pulito e giusto per le comunità indigene della Thailandia

Con il loro approccio innovativo, Lee Ayu e il suo team hanno coinvolto più di 300 famiglie in quattro province, gettando le basi per una fiorente economia indigena in cui tutti i contadini sono stakeholder di Akha Ama, senza dipendere da investitori esterni.

Il viaggio di Akha Ama Coffee dimostra il potere delle iniziative di comunità nell’affrontare e vincere sfide socioeconomiche e ambientali complesse. Mentre continuano a crescere anche al di fuori dei confini nazionali (è stato aperto il primo negozio in Giappone), Lee Ayu e il suo team restano fedeli alla visione di creare un futuro più buono, pulito e giusto per le comunità indigene della Thailandia. Con il loro lavoro collettivo, i contadini indigeni non solo hanno dato nuova vita al loro patrimonio culturale, ma stanno anche creando una via verso una società più sostenibile e inclusiva.

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